La maggior parte delle neoformazioni cutanee che insorgono durante la vita sono fortunatamente lesioni benigne.
Nella pratica clinica quotidiana mi imbatto però con sempre maggior frequenza in lesioni precancerose o francamente maligne. Ciò è sicuramente dovuto alla maggiore attenzione dei pazienti a sottoporsi a controlli specialistici e al reale incremento di queste patologie, causato sia dal prolungamento della vita media, sia dall’effetto nocivo a lungo termine dei raggi solari, responsabili (o meglio co-responsabili) dell’insorgenza dei tumori cutanei.
E’ per questo motivo che ben l’85% dei tumori cutanei compaiono a livello cute del volto, ponendo particolari problemi ricostruttivi per le neoformazioni insorte su aree specifiche come palpebre, sopracciglia, orecchie, naso e labbra.
In queste sedi, la asportazione di apparentemente piccole lesioni, anche di pochi millimetri, può causare inaccettabili difetti funzionali, morfologici ed estetici. L’opera del chirurgo plastico, soprattutto a livello del viso, ha come scopo quello di ottenere una guarigione con il minor deficit estetico possibile.
Non tutte le lesioni cutanee devono comunque essere asportate. Deve essere posta la indicazione chirurgica solo per le lesioni maligne e per quelle neoformazioni sospette o a rischio. Le lesioni pigmentate (nei) non devono essere sempre asportate, ma solo in seguito una accurata visita specialistica.
Le lesioni maligne più frequenti sono l’epitelioma basocellulare, il carcinoma a cellule squamose (spinalioma), il melanoma e i meno comuni tumori degli annessi cutanei.
L’epitelioma basocellulare è il tumore cutaneo più frequente (circa il 50% di tutti i tumori cutanei). Compare prevalentemente dopo i 55 anni, dove si manifesta nel quasi nel 60% dei maschi. E’ oramai considerato una tumore a malignità locale, dato che le metastasi sono eccezionali.
L’epitelioma spinocellulare rappresenta il 25-30% di tutti i tumori cutanei. Colpisce prevalentemente i pazienti di sesso maschile con un picco di comparsa tra i 50 e i 70 anni. Possiede una elevata tendenza alla crescita con un rapido sviluppo in profondità, con propensione alla diffusione principalmente per via linfatica.
Il melanoma cutaneo è la neoplasia cutanea maligna più sfavorevole, con un elevato aumento di casi negli ultimi decenni. In Italia, in entrambi i sessi, si registra una tendenza all’aumento nelle persone più giovani, tra i 35 e 44 anni. Se aggredito tempestivamente e inserito in un preciso programma terapeutico, il melanoma cutaneo viene sconfitto.
Per tutte queste lesioni tumorali il protocollo clinico è rappresentato dalla asportazione chirurgica e dal contestuale gesto plastico ricostruttivo, avente lo scopo di minimizzare gli esiti cicatriziali. Tutte le lesioni così asportate devono essere sempre analizzate istologicamente.
Anche se sono interessate ampie aree, a livello del volto la quasi totalità degli interventi vengono generalmente eseguiti in anestesia locale senza necessità di ospedalizzazione, con maggiore comfort da parte del paziente.
La meticolosa opera di prevenzione, la tempestiva asportazione chirurgica e la accurata opera del chirurgo plastico consentono di sconfiggere la malattia con minimi esiti cicatriziali.